Centinaia i minori in fuga dall’Ucraina in arrivo in Italia, qual’è la situazione OGGI?

Il Viminale ha diffuso linee guida specifiche per regolamentare l’accoglienza e la tutela dei rifugiati minori non accompagnati in fuga dal conflitto ucraino.

bambini ucraina

@UNHCR

A diverse settimane dallo scoppio, la guerra in Ucraina ha già causato la fuga di centinaia di civili dai territori del conflitto: secondo i dati delle organizzazioni umanitarie non governative, il numero di profughi in fuga dal Paese avrebbe già superato i quattro milioni. Una buona fetta di rifugiati sono minori, spesso non accompagnati da genitori o tutori legali. Qual’è la situazione OGGI?

“Il nostro compito è supportare l’accoglienza e la tutela dei bimbi che scappano dalla guerra – spiega Roberto Cardamone presidente dell’associazione SpazioCOPA – il nostro paese non è il più vicino, ma arrivano giornalmente decine di minori in fuga anche qui, una volta arrivati in Italia sono le istituzioni a decidere come procedere in base alla legge, che non è così semplice. Chi vuole e ha disponibilità ad occuparsi temporaneamente di un minore non accompagnato può proporre la propria candidatura come tutore volontario (esiste per questo ruolo un apposito albo già da alcuni anni): si tratta di una tutela legale che non ha nulla a che vedere con l’affido, anche solo temporaneo, di un minore. Ecco cosa stiano facendo: Inoltriamo le disponibilità pervenute agli enti amministrativi, e supportiamo il tutore che può ospitare a casa propria il minore (previa autorizzazione del tribunale dei minori) oppure occuparsi del suo percorso di inserimento in Italia senza coabitare con questo. Noi aggiorniamo quotidianamente tutti gli organi competenti delle disponibilità volontarie che raccogliamo, questo è dettato dal sentimento di solidarietà e dalla necessità di salvare più vite possibile”.

Come sottolineato anche da Papa Francesco, questi bambini vanno tutelati doppiamente perché è concreto il rischio che, una volta giunti in un nuovo Paese, di loro si perdano le tracce, dissolte nel mondo dell’illegalità: sfruttamento, prostituzione minorile, tratta di organi, adozioni illegali, sono solo alcuni dei destini crudeli nei quali potrebbero incappare i minori senza famiglia.

Oltre a questo, si tratta comunque di bambini e ragazzi che hanno lasciato una mamma e un papà nel proprio Paese d’origine che sperano un giorno di poter riabbracciare – ecco perché anche il percorso dell’adozione e dell’inserimento permanente in una nuova famiglia non è perseguibile: si spera un giorno di poter riunire questi piccoli alle loro famiglie.

Proprio per tutelare questi minori non accompagnati in fuga dal conflitto russo-ucraino, il Ministero dell’Interno ha disposto alcune linee guida per il censimento, l’accoglienza e la tutela. Il Piano Minori Stranieri non accompagnati, promulgato lo scorso 25 marzo, ha come obiettivo quello di:

fornire le linee guida per la gestione dei minori stranieri non accompagnati giunti o rintracciati nel territorio nazionale a seguito degli eventi bellici che hanno interessato l’Ucraina, al fine di garantire il necessario raccordo operativo tra gli enti istituzionali a vario titolo coinvolti.

Nella categoria dei minori non accompagnati rientrano non solo quelli che sono giunti nel nostro Paese completamente soli, ma anche quelli che sono stati accompagnati durante il viaggio da adulti che non possono essere considerati tutori secondo la legge italiana (zii, nonni, responsabili di istituti e orfanotrofi dove i piccoli vivevano in Ucraina).

Una volta segnalati un minore non accompagnato alle autorità locali, le sue generalità vengono inserite nel Sistema Informativo Minori (SIM) messo a disposizione dal Ministero delle Politiche Sociali: se il minore ha con sé i propri documenti, la procedura è molto semplice; in caso di minore senza documenti, è previsto l’accertamento socio-sanitario dell’età.

I minori che hanno più di 14 anni saranno ospitati in strutture messe a disposizione dal Ministero dell’Interno per un periodo massimo di 30 giorni, mentre i bimbi più piccoli saranno portati invece in strutture gestite dalle amministrazioni comunali. In nessuno dei casi è possibile procedere con la procedura di affidamento familiare diretto da parte dei servizi sociali: i minori saranno affidati in via temporanea ad un tutore volontario.

Chi vuole e ha disponibilità ad occuparsi temporaneamente di un minore non accompagnato può proporre la propria candidatura come tutore volontario (esiste per questo ruolo un apposito albo già da alcuni anni): si tratta di una tutela legale che non ha nulla a che vedere con l’affido, anche solo temporaneo, di un minore. Il tutore può ospitare a casa propria il minore (previa autorizzazione del tribunale dei minori) oppure occuparsi del suo percorso di inserimento in Italia senza coabitare con questo.

Da un lato il sentimento della solidarietà, dall’altro la legge. Due cose che devono viaggiare in parallelo, soprattutto quando si tratta di minori, ma in un momento delicato come quello della guerra, il rischio che prevalga la confusione c’è. Per questo è massima l’attenzione della Prefetture sugli arrivi dei bimbi ucraini in città, affinchè la macchina dell’accoglienza funzioni secondo regole stabilite. Da qui l’emanazione di linee guida da parte di Palazzo del Governo basate sulla legge già in vigore.

Si tratta spesso di minori arrivati in città senza genitori, seguiti da accompagnatori già accanto a loro nell’istituto in cui erano ospitati e che una volta arrivati in Italia non vogliono comprensibilmente allontanarsi continuando a fare le loro veci. Una competenza che invece, secondo quanto previsto dalla legge italiana, spetta in toto ad un tutore legale che viene nominato direttamente dalla Procura. I bambini devono poi essere ospitati in strutture già censite dalla Prefettura e dotate di tutti i confort previsti. E proprio in merito a quest’ultimo aspetto, forte è stato il richiamo al rispetto delle norme partito dallo stesso Palazzo del Governo, un monito indirizzato anche a tutte le associazioni che in queste settimane si stanno prodigando per mantenere in moto la macchina dell’accoglienza. Ecco perchè sulla questione era intervenuto in passato anche il garante dell’Infanzia Angelo Costantino che sui recenti arrivi non vuole dichiarare dichiarazioni, ma fa sapere di aver già riferito tutto quanto di sua conoscenza alle autorità competenti. “Sui bambini ucraini – ha spiegato Costantino – come su tutti i bambini che scappano dalle guerre vale il principio della massima tutela e della massima prudenza per evitare ulteriori sofferenze a questi piccoli. Non mi resta che richiamare al rispetto della legge”.

L’allarme dell’Associazione Magistrati: “Bimbi a rischio sparizione o sfruttamento”

Sulla necessità di gestire l’arrivo in Italia esclusivamente tramite lo Stato si è espressa anche l’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, sottolineando il rischio che i minori possano essere a rischio di sfruttamento o possibile sparizione senza un adeguato controllo di tutte le procedure. Per scongiurare la possibilità che si perdano le tracce dei piccoli, il presidente Cristina Maggia invita tutti coloro che si occupano dell’accoglienza a fare riferimento a Prefetture, Questure e Forze dell’Ordine per indirizzare agli uffici di Procura della Repubblica per i Minorenni le segnalazioni di tutte le presenze dei minori ucraini che si trovino in Italia, privi di entrambi i genitori.


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