La musica è apprezzata e riconosciuta da tutti come fonte di benessere e piacevolezza.
L’idea della musica utilizzata a scopi terapeutici sembra così affascinante quanto ovvia, tuttavia l’unione delle due parole musica e terapia genera spesso grande confusione e i campi di applicazione divengono improvvisamente vasti e indefiniti.
Ecco che allora diviene importante definire cosa intendiamo per musicoterapia con una definizione accettata e condivisa da tutti coloro che operano in questo campo:
La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. Essa mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e inter-personale e di conseguenza migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.
La musicoterapia, essendo a tutti gli effetti un trattamento di tipo educativo e riabilitativo, comporta che la sua definizione sia un importante strumento per chi entra in contatto con essa.
Tracciando i limiti di ricerca e di applicazione, in quanto non tutte le pratiche e le tecniche sono utilizzabili per tutti, le diverse definizioni stabiliscono soprattutto l’identità professionale del musicoterapeuta, il suo profilo di lavoro.
La musica è il mezzo che viene utilizzato in questa terapia. Essa è fonte di espressione, di condivisione, di sostegno e contenimento delle emozioni, dei pensieri che non sempre vengono espressi verbalmente all’interno di un incontro di musicoterapia.
Questi pensieri vengono trasformati in suoni attraverso gli strumenti musicali e/o la voce.
Prendiamo in considerazione i diversi concetti compresi nella musicoterapia, che fanno capo sia al concetto di musica che all’aspetto della terapia.

Musica e arteterapia
Prima di tutto la musicoterapia è un’arteterapia. Cosa significa?
Significa esprimere artisticamente, cioè con mezzi quali la pittura, la musica, la scultura, la danza e il movimento tutti i pensieri, i vissuti e le emozioni ad essi legati per elaborare le sensazioni che non si riescono a far emergere con le semplici parole (comunicazione verbale) nei contesti di vita quotidiana.
L’arte non si può insegnare, ma viene creata. In ogni momento, in ogni incontro, in ogni istante ognuno di noi può apportare qualcosa di nuovo nell’incontro con un musicoterapeuta. Che sia un semplice suono, una nuova canzone o un nuovo strumento la creatività consente di essere libero dagli schemi, di improvvisare, di arricchire con l’armonia e i colori un momento musicale e di varcare i confini dell’usuale attraverso l’inibizione. E’ in questo che la musicoterapia diviene un mezzo di crescita e conoscenza basato sull’individualità e la soggettività, nonché sulla bellezza.
In che modo la musica agisce?
La musica diviene terapeutica grazie al fatto che nell’incontro con l’altro ci permette di dare vita alla nostra identità sonora, definita in questo campo come ISO (Identità Sonora, per l’appunto).
Ognuno di noi ha un ISO personale, come una nostra biografia. Come la memoria di eventi, persone, emozioni, profumi e voci anche l’ISO è la storia dei nostri suoni, di quei suoni che aprono in noi ricordi, pensieri, sensazioni e consapevolezze per essere altro.
Il terapeuta in un incontro di musicoterapia mette in gioco la sua identità e cerca di accogliere quella del paziente in un gioco dinamico dove la musica diviene l’intermediario della loro comunicazione.
Un intermediario che favorisce il passaggio delle energie sonore e musicali di due entità all’interno di una comunicazione intenzionale, pregna di significati emotivi e personali, che rende il canale comunicativo nuovo ma unificato.
Musicoterapia non è solo fare musica
Come il medico deve specializzarsi in dati campi della medicina e ha necessità di acquisire specifiche competenze per poter operare nel suo campo di scelta, fondendo tutta una serie di discipline e conoscenze, anche il musicoterapeuta deve acquisire competenze diverse da quelle musicali.
Infatti la musicoterapia si caratterizza per la sua natura transdisciplinare assorbendo i suoi principi e le sue modalità di intervento da diversi campi di applicazione. Vediamoli insieme.
Tra le competenze musicali è compresa la psicologia musicale, che intesa come scienza psicodinamica della musica, indica la definizione degli aspetti psicologici e i loro risvolti in un processo relazionale terapeutico a tutti gli effetti. Tali aspetti consentono di valutare quelle risposte psicologiche e comportamentali che vengono fuori dal processo d’intervento per vedere se possono essere comprese in campo patologico e di che entità sono.
C’è poi la etnomusicologia intesa come lo studio degli strumenti e del loro uso in epoche preesistenti rispetto a quelle nostre; ciò ci porta alla scelta di strumenti di natura etnica che abbiano dei riflessi psicodinamici, come ad esempio le differenze tra gli strumenti con pelle sintetica e pelle animale nel contatto tattile o nella capacità di vibrare e i loro risvolti psicodinamici.
Bisogna poi considerare la presenza della musica popolare, comune a tutti, nel background musicale del destinatario della musicoterapia.
Importante si rivela anche la conoscenza di una letteratura musicale infantile che consiste nell’insieme di filastrocche e ritornelli presenti nella crescita del bambino: ad esempio le ninna nanna o le canzoni di cartoni animati.
La psicoacustica e la biologia della musicasono ulteriori campi di competenza che il musicoterapeuta deve avere oltre alle semplici competenze musicali, alla teoria musicale e alla pratica strumentale, che sono la base del suo lavoro.
Dell’area medica questa professione considera le teorie e le scienze tecniche della psicologia generale, della psicopatologia e della psicoterapia, spesso integrandosi con esse.
Include poi applicazioni di anatomia considerata più come anatomo-fisiologia, cioè come analisi di quegli organi e dei loro rispettivi processi biologici che concorrono alla percezione e alla restituzione del suono.
Anche lo studio dell’espressione corporea come riflesso della struttura mentale ed emozionale, e del non verbale, la gestualità, è molto importante per poter comprendere come il paziente esprime le sue emozioni durante la seduta, come è espresso il non detto.
Interessante in questo caso è sottolineare la differenza tra il non verbale ed il canto. Vi possono essere a volte pazienti incapaci di verbalizzare, cioè che non sono in grado di raccontare vissuti del quotidiano che li riguardano.
Se quel paziente è sottoposto a sedute di musicoterapia e quest’ultima riesce a farlo sentire accolto e ad aprirsi egli è in grado di verbalizzare in canto i suoi vissuti.
La verbalizzazione in questo caso è una conseguenza, un effetto del viaggio sonoro che vive in quel momento ed il canto diventa un elemento energetico che lo aiuta a dare una forma artistica al suo esprimersi, al suo atto di verbalizzare.
In ogni verbalizzazione c’è una componente emotiva e riflessiva che nel paziente può rivelarsi un grande ostacolo. Quante volte tornati da una giornata pesante a lavoro cantiamo a squarciagola con il nostro cantante preferito alla radio e ci sentiamo subito meglio? Ecco questo è uno dei tanti effetti della musica che vengono sfruttati a fini terapeutici, ma non è lo scopo della musicoterapia.

Quindi la musicoterapia ci fa bene solo grazie alla musica?
La risposta è no. La musicoterapia consente di avere uno spazio totalmente libero in cui esprimere tutto ciò che abbiamo dentro, ma soprattutto il bisogno di essere accolto, compreso e accompagnato dall’altro verso qualche obiettivo.
Come ogni terapia di carattere psicologico, non è semplicemente l’armonizzazione di un disagio o il trattamento di un disturbo ad essere lo scopo dell’incontro con un il terapeuta. A volte anche il semplice malessere o la ricerca di se stessi richiede un percorso che deve essere affrontato con le giuste competenze e il giusto carico emotivo.
Il musicoterapeuta può accompagnare il paziente in questo grazie alle sue competenze psico-pedagogiche o riabilitative, ma anche grazie al mezzo con cui lo fa: la musica.
La musica consente di avere un mezzo comunicativo nuovo, piacevole e interessante che per un attimo ti fa dimenticare dove sei e ti aiuta ad entrare in contatto con le parti più profonde di te.
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